Cosa è l'autismo

Anche nel bambino molto piccolo sono identificabili tratti del comportamento che prefigurano il rischio di autismo. Alcuni bizzarri comportamento di certo non sfuggono ai genitori o adulti di riferimento in genere. Tuttavia la famiglia deve rivolgersi al pediatra e allo specialista neuropsichiatra per farsi indicare il percorso che è opportuno seguire per avere una diagnosi corretta e scritta.Esistono utili strumenti di screening, come la CHAT (Checklist for Autism in Toddlers) per i pediatri, che offrono un preliminare riscontro al sospetto diagnostico. 
In sintesi, la comunità scientifica concorda sulla seguente triade stomatologica:

  1. Compromissione qualitativa dell’interazione sociale;
  2. Compromissione qualitativa della comunicazione;
  3. Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati. 

Autismo: un caso su 150

L’Autismo è un complesso disturbo neurobiologico che colpisce in media un bambino ogni 150, i cui sintomi si manifestano i primi due-tre anni di età.  L’Autismo rientra nella categoria dei disturbi pervasivi dello sviluppo, si manifesta con evidente compromissione dell’interazione sociale, della comunicazione verbale e non verbale e con comportamenti, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati.  Spesso subentrano anche manifestazioni di aggressività e autolesionismo.  Vi sono profili diversi  nell’Autismo: alcuni bambini presentano ritardo mentale, gravi problemi nel linguaggio e difficoltà marcate nel comportamento adattivo. Altri bambini, invece, mostrano un lvello cognitivo buono, in alcuni casi alto (high functioning), tuttavia in loro permane la compromissione dell’interazione sociale, competenze pratiche e comunicative deficitarie.  Per le persone con autismo il percorso che porta alla diagnosi è lungo e complesso. Nell’80% dei casi i primi sospetti vengono formulati dalle madri, spesso nel corso del terzo anno di età del bambino. Tuttavia le famiglie devono attendere a 1 a 3 anni per ottenere una diagnosi. Inoltre, capita che debbano rivolgersi a tre specialisti prima di avere la diagnosi definitiva.  Non esistono farmaci specifici per l’autismo. Quasi tutti i bambini con l’autismo ricevono qualche tipo di intervento abilitativo, ma un terzo degli adolescenti e adulti non riceve alcun intervento adeguato, occupazionale o sociale (fonte: Censis 2012).  La tipologia di trattamento più efficace,  secondo la recente Linea Guida n°21 pubblicata dall’Istituto Superiore della Sanità, è di tipo cognitivo-comportamentale: è l’unica validata da dimostrazioni scientifiche effettuate nei principali centri clinici di eccellenza del mondo per patologie neurologiche.

Il Bambino con autismo

La diagnosi precoce nel bambino è il prerequisito per avviare la presa in carico con interventi terapeutici efficaci. Le raccomandazioni sui trattamenti sono contenute nella Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità di recente pubblicate. È inutile e dannoso somministrare al bambino terapie psicoanalitiche, diete, ricette,, chelazioni contro le intossicazioni da metalli pesanti/vaccini, ecc. Gli unici trattamenti raccomandati in quanto scientificamente provati sono quelli di tipo cognitivo-comportamentale. Anche a scuola tale interventi possono essere somministrati, così come previsto dal progetto educativo individualizzato per l’inclusione scolastica. Il diritto alla cura e all'educazione non può essere negato con la motivazione della mancanza di risorse umane e finanziarie.

L’adolescente con autismo

L’adolescente con autismo ha diritto a frequentare la scuola di tutti e a ricevere trattamenti adatti alla sua età e alla sua disabilità. Spesso, a 14-16 anni di età, i ragazzi con autismo vengono allontanati dalla scuola ed in genere non trovano alcun cento che sviluppi per loro un adeguato progetto educativo.

A 18 anni, gli adolescenti con autismo possono accedere a centri diurni, che spesso non sono preparati ad affrontare tale particolare disabilità e quindi il carico assistenziale e lo stress conseguente ritorna alla famiglia.

Non vi sono speranze di un avviamento professionale, nemmeno per i più dotati. Con la maggiore età termina la presa in carico da parte della neuropsichiatria. La psichiatria adulti non sempre si fa carico dei pazienti con autismo; quindi anche i supporti specialistici vengono meno.

L'adulto con autismo

La sorte dell’adulto con autismo è un enigma: dopo i 18 anni le diagnosi di autismo scompaiono, così come – in apparenza – le persone che ne soffrono. Non compare invece il loro problema, che permane ancora più grave per la famiglia. Non sono mai state fatte in tutta Italia, finora, ricerche specifiche sulla condizione degli adulti con autismo. Alcuni, anche in età avanzata, frequentano gli stessi centri diurni, altri, che non hanno più famiglia, finiscono in istituti per malati di mente o in RSA e solo pochi vivono in comunità alloggio progettate ad hoc. Nessuno beneficia di un progetto di vita indipendente, nemmeno i più dotati. Dagli anni ’90 in poi l’autismo è stato diagnosticato secondo le convenzioni internazionali, quindi i giovani adulti di oggi sono stati più seguiti di quelli delle generazioni precedenti. Ma anche per loro non c’è stata vera presa in carico e non c’è ancora un reale progetto di vita.

SINTOMI CONSIDERATI CARATTERISTICI DELL'AUTISMO

I. Chiusura autistica

  • Cerca l'isolamento
  • Ignora gli altri
  • Interazione sociale insufficiente
  • Sguardo inadeguato alla situazione

II. Turbe della comunicazione verbale e non verbale

  • Non fa alcun tentativo di comunicare mediante la parola
  • Difficoltà a comunicare mediante i gesti e la mimica
  • Emissioni vocali o verbali stereotipate; ecolalia  

III. Reazioni bizzarre all'ambiente

  • Mancanza d'iniziativa
  • Strani comportamenti con gli oggetti, in particolare con le bambole
  • Intolleranza nei confronti dei cambiamenti e delle frustrazioni

 

SINTOMI ASSOCIATI

IV. Turbe della motricità

  • Attività sensoriale e motoria stereotipata
  • Agitazione, turbolenza
  • Mimica, postura, marcia bizzarre

V. Reazioni affettive inadeguate

  • Autoaggressività
  • Eteroaggressività
  • Piccoli segni di angoscia
  • Alterazioni dell'umore

VI. Turbe delle grandi funzioni istintive

  • Turbe dei comportamenti alimentari (qualitative e/o quantitative) 

VII. Disturbi dell'attenzione, delle percezioni e delle funzioni intellettuali

  • Difficoltà a fissare l'attenzione su qualcosa, facile distraibilità
  • Bizzarrie nelle reazioni ai suoni